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mercoledì 14 giugno 2017

Lettera aperta a Enrico Papi


Papi, mi regali tante emozioni. 20 anni fa avevo 21 anni e rivedendo Sarabanda ritrovo la me di allora, ancora ingenua di questo mondo e speranzosa del domani.

Papi, mi hai commosso e ho pianto. Un paio di lacrimucce sono scese per le mie guance ormai quarantenni, ma sono lacrime di gioia, non quelle di Allegria che ieri finalmente l’ho visto sorridere sul serio.

Papi, all'epoca mi ero anche presentata ai provini di Marghera, ma ora non sarebbe possibile, come conoscenza musicale arrivo ai primi del 2000. Perché? Si può chiamare musica quella di ora? (Con le dovute eccezioni). E allora “mooseca” sia, ma quella d'una volta, quella che ti faceva rabbrividire, a volte piangere e a volte ridere, a volte ballare e a volte urlare.

Papi, oggi ho visto una versione nuova di te, senza quella camicia e cravatta che tanto ti contraddistinguevano. Una versione più colorita e sportiva, per correre dietro a questi tempi pazzi e frenetici, sempre di corsa per acchiappare i primi posti in Google e quanti più Like possibili. Questi tempi che non ti fanno manco vedere la gente quando cammini per strada. Ma io ho voluto godermi il programma a 360°, per cui ho staccato tutto e ho attaccato solo la tv, per 3 ore e venti eri mio e soltanto mio e io ero anche soltanto tua, ma questo non lo sapevi.

Papi, hai saputo rimetterti in gioco alla grande, ti sei adattato ai nuovi tempi e hai trascinato tutti con la tua gioia e simpatia. “Sei un giovane uomo”, adatto a tutti i pubblici, mediatore di sessi ed età.

Papi, la sigla e video da te ideati per questa nuova e entusiasmante edizione di Sarabanda ci azzeccano alla grande: musicabilità, originalità, simpatia, leggerezza, ritmicità e quel pizzico di sarcasmo verso la tv e politici di ora che, diciamocelo, ci vuole.

Papi, hai unito i miei due programmi preferiti in uno: Sarabanda e Buona la prima. Puoi immaginare la mia felicità, il cuore mi batteva fortissimo, al ritmo della mooseca!

Papi, io tifavo per Coccinella, ma siccome ha perso in questa prima puntata, le prossime tiferò sempre per qualche vecchio concorrente, perché loro, come te, mi sono entrati nel cuore. Certo, se si trattasse di vincite in soldi, magari tiferei per qualche giovane che ha ancora la vita davanti e che deve vedersela con un futuro incerto e in fondo i soldi “non sono mica patatine”.

Papi, che colpo di scena quando alla fine della prima puntata ho capito che l’imitatore di Donald Trump eri proprio tu! Credimi, non si capiva affatto! E certamente sarà stato difficile interloquire a puntino fra una battuta e un’altra. Sei grande!

Papi, ma ti ricordi quando “noi il telefonino ci serviva per telefonare”?

Papi, ma veramente giri in Panda? Non saranno solo “parole, parole”?

Papi, mangio vegano anch’io, ma non sono una nazivegan e se vieni da me ti faccio una veg paella che ti ci lecchi le dita. Ma ti prego, il Pulcino Pio, noooooooo!

Papi, grazie per tutte le emozioni che mi hai saputo regalare in questa prima puntata di Sarabanda. Attendo ansiosa le prossime puntate e una volta trascorse spero di salutarti con un arrivederci.

Papi, concludo questa lettera aperta con una frase che diceva sempre mi abuela: que me quiten lo bailao!

E allora… Mooseca!!!

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